La campagna di Russia di Luciano Spalletti

La campagna di Russia di Luciano Spalletti
4 Marzo 2016 Gabriele Crescente

Luciano Spalletti è il tipico italiano in tutto e per tutto, dal modo di parlare al colore degli occhi. Molte ragazze di San Pietroburgo sono già innamorate di quest’uomo sanguigno e sensuale (ma sono avvisate: Spalletti è arrivato in città accompagnato dalla moglie e dai figli). Secondo la stilista Julia Tretjakova è la conferma che gli italiani sono maestri dell’eleganza casual: “In contrasto con la deprimente maggioranza dei nostri compatrioti, Spalletti sa giocare con gli accessori in tinta, con le sciarpe colorate, creando l’immagine di un uomo giovanile, carismatico e di successo, ma non ossessionato dall’immagine come i metrosexual”.

Sotto il suo aspetto impeccabile, però, Spalletti è molto più misterioso. L’esperta di fisiognomica Milana Minaeva prova a decifrarlo: “Ha le sopracciglia massicce ma corte, segno che è molto bravo all’inizio di un progetto, ma dopo un po’ può perdere interesse e mandare tutto all’aria”. Tra un anno o due, quindi, Spalletti potrebbe non essere più a San Pietroburgo. “La forma delle sue orecchie è piuttosto singolare. È segno di ostinazione. I suoi occhi suggeriscono che sa quello che vuole e come ottenerlo”. Minaeva però crede che nella nuova vita dell’allenatore ci sia qualche problema: ha notato che sulle sue tempie ci sono delle piccole rughe. “Questo può significare che sua moglie si lamenta con lui. Niente di grave, forse è la nuova sistemazione, la stanza d’albergo. Sicuramente qualche questione domestica”. online812.ru 

Una volta il giornalista televisivo Gennady Orlov mi ha detto che Spalletti è quasi un asceta, e che come ogni europeo istruito non ama lo sfarzo e tantomeno l’ostentazione. Visitando casa sua non si può che averne la conferma: un appartamento di cinque stanze in un palazzo sull’isola Krestovskij, con vista sul parco. La sua famiglia è il ritratto della felicità: la moglie Tamara culla la figlioletta Matilda, che è nata a San Pietroburgo e se il lavoro del papà continua ad andare bene presto andrà in un asilo russo. I figli Samuele e Federico sono già indipendenti e adorano i gruppi rock russi. Un artista pietroburghese li ha ritratti tutti e cinque sulle bambole di una matrioska. sovsport.ru

Non lo so, per essere un buon padre bisogna essere alcune volte rigidi e alcune volte saper comprendere. Dipende dalla situazione. È come fare l’allenatore. Non c’è un target soltanto. Ci sono tanti modi di comportarsi. Quello che è importante è abbinarli al momento giusto. 

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Spalletti è a San Pietroburgo da quasi un anno, ma non ha partecipato a nessun evento mondano a parte quelli obbligatori. Forse la sua vita sociale è ostacolata dal fatto che sa pochissime parole di russo, dato che finora non ha avuto tempo da dedicare allo studio della lingua. Ma la ragione principale è il suo carattere riservato. Nella sua vita privata Spalletti non ammette nessuno. online812.ru 

All’inizio della conferenza stampa Spalletti ha fatto uno scherzetto ai giornalisti. Si è rivolto a uno di quelli che di solito gli rivolgono più domande e gli ha detto in russo, quasi senza accento: “Kak dela? (come stai?)”. Una reporter gli ha chiesto se stava imparando il russo come richiesto ai lavoratori stranieri da una legge attualmente in discussione alla Duma, ma Spalletti ha detto che non ha ancora imparato quasi niente, solo qualche parola del vocabolario calcistico. Ma i giornalisti hanno insistito perché dicesse qualcos’altro in russo. Si aspettavano qualcosa sugli arbitri o sulla proprietà del club, ma Spalletti ha sorpreso tutti: “Krasivaja jenshina (bella donna)”. gazeta.ru

Non è la prima volta che il focoso italiano è costretto a pagare per aver espresso le sue emozioni in modo inappropriato. I suoi colleghi Dan Petrescu della Dinamo Mosca e Valery Karpin dello Spartak non sono certo noti per la loro calma, ma in quanto a espressività a bordo campo non c’è confronto con il tecnico italiano. Più di una volta abbiamo visto Spalletti tranquillamente seduto in panchina, con un sorriso malizioso in faccia. Ma questo era quando le cose andavano bene. Negli ultimi tempi stiamo cominciando a scordarci dello Spalletti tranquillo. gazeta.ru

Ma che emozione? Ma quale emozione? Ma che cazzo dice? Quattro minuti di recupero, trenta secondi per la sostituzione: quattro e trenta. Niente emozione. Devano fa le cose regolari. Si fanno le cose regolari, com’è la regola, e si va tutti a posto. La regola è regola. Perché l’ha fatta durà venti secondi di più? Perché gli fa piacere così? Per cui, io l’ho già detto che a lui non gli sto simpatico, e anche oggi l’ha fatto vedere.

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Dopo la vittoria per 4 a 2 contro lo Spartak Mosca, l’attaccante dello Zenit Alexander Kerzhakov si è sentito chiedere se Spalletti era davvero presente alla sua festa di compleanno. In precedenza l’allenatore aveva detto: “Ieri sono stato alla festa di Kerzhakov, c’erano anche Denisov, Shirokov e Bystrov”. “Non so se c’era, ma di sicuro io non l’ho visto”, ha dichiarato Kerzhakov a Sport Express. championat.com

L’ala dello Zenit Alexander Ryazantsev ha lanciato una critica all’ex allenatore del club Luciano Spalletti, sostenendo che i giocatori non riuscivano a capire il senso delle sue tattiche: “Non era sempre chiaro cosa voleva”. Da quando Spalletti è stato esonerato e sostituito da Sergei Semak, “tutti i giocatori hanno cominciato a capire meglio cosa devono fare in difesa e cosa devono fare in attacco”, ha detto Ryazantsev. rsport.ru

Se gli americani hanno l’“American dream”, i russi hanno il “Russian dream”: il loro sogno è non fare niente e avere tutto. Finora era solo una barzelletta, ma adesso sembra che sia diventata realtà. E a realizzarlo non è stato un russo, ma un italiano: l’ex allenatore dello Zenit Luciano Spalletti. Spalletti è arrivato in Russia nel 2009 con un contratto da quattro milioni di euro all’anno, e per un po’ ha fatto il suo lavoro: ha vinto il campionato, la coppa e la supercoppa, ed è stato votato due volte miglior allenatore. Ma poi la macchina si è rotta: l’inizio della fine è stata la lite con Igor Denisov, che si è rifiutato di scendere in campo perché indignato del fatto che i due nuovi acquisti Hulk e Witsel guadagnavano più di lui. Il club ha sostenuto Spalletti, ma i giocatori russi si sono schierati con Denisov. Il centrocampista è stato costretto a lasciare lo Zenit, ma i dissidi non sono finiti lì. La squadra è entrata in un periodo disastroso, che si è concluso solo con l’esonero di Spalletti.

Sembrava che l’avventura del glabro italiano in Russia fosse finita. È stato accostato alla panchina del Milan, della Juventus e della nazionale italiana. Ma ogni volta le trattative si arenavano. Il motivo è che Spalletti voleva guadagnare 4 milioni di euro all’anno, come allo Zenit. Spalletti non fa niente e prende trecentomila euro al mese – 14,5 milioni di rubli. Sono più di 480mila rubli al giorno e ventimila rubli all’ora. Ogni minuto di ozio di Spalletti costa allo Zenit 350 rubli, anche quando dorme. Il club sperava che in estate Spalletti avrebbe trovato un nuovo lavoro e avrebbe rescisso il contratto. Ma l’italiano ha continuato a “dormire sulla stufa” e a prendere i suoi trecentomila euro al mese. Come dice lo slogan della Gazprom, proprietaria del club, “I sogni si avverano”. Nel caso di Spalletti è sicuramente così. aif.ru

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“Prima di andarsene Spalletti mi ha lasciato una lettera e un fischietto”, ha detto il nuovo allenatore dello Zenit Sergei Semak. “Il fischietto ce l’ho ancora in tasca”. gazeta.ru

A me mi rimane tutto della Russia. Per me non sarà, quando avverrà, un distacco che poi non crea più interessamento o non crea più una continuazione d’interesse a San Pietroburgo e alla Russia quando finirà il rapporto professionale. Rimango interessato ai miei calciatori, alla mia squadra, alla città, al continente Russia. Ve lo farò vedere che io poi tornerò ugualmente a San Pietroburgo. Per cui state attenti, perché rimanete monitorati.