I 10 comandamenti dell’oratorio

I 10 comandamenti dell’oratorio
20 Aprile 2015 Daniele Tiraferri

Dalla prima lettera di Don Felice Parroco ai ragazzi dell’Oratorio

Carissimi,

in questi giorni i vostri genitori mi hanno chiesto con insistenza di porre un freno all’inquietante aumento di fenomeni di blasfemia, violenza e atti carnali che si consumano sul prato del nostro santo Oratorio. È indiscutibile che una tale orgia di depravazione composta da scommesse sulle partitelle della festa, pomiciate al chiaro di luna sotto la porta, imprecazioni contro nostro Signore e altri peccati gravissimi debba finire al più presto. È altrettanto vero che, in virtù della vostra giovine età, non possiamo già considerarvi perduti, ma dobbiamo e vogliamo fortemente recuperare quel sano spirito cristiano che albergava in voi prima dell’infausto incontro con il campetto.

Il consiglio pastorale, composto per lo più dai vostri genitori e da qualche anziana perdigiorno rosario-dipendente, mi ha chiesto di redigere dei comandamenti. Sì, mie care pecorelle smarrite, proprio come i comandamenti che Dio diede a Mosé sul monte Sinai. Comandamenti che verranno affissi sulle porte del campetto e che regoleranno per sempre le vostre vite di peccatori in pantaloncini corti.

Non avrai altro Dio all’infuori di me: basta coi santini di Totti, Buffon o Pirlo. Basta questa idolatria dilagante verso il dio pallone. Il dio pallone non è l’unico vero dio ed Hernanes non è il suo profeta. La mano de dios di Maradona non era la vera mano di Dio. Era semplicemente mano.

Non nominare il nome di Dio invano: se il tuo compagno di squadra sbaglia il rigore decisivo non scomodare Dio con appellativi zoologici. Se qualcuno ti dà una ginocchiata nelle parti basse, non devi tirare in ballo la Madonna. E per favore, lasciamo stare anche quella santa donna di Eva. Ha mangiato una mela, perdinci, gliela vogliamo far pagare in eterno?

Ricordati di santificare le feste: intendiamoci, la domenica si può giocare, ma solo dopo la messa. A Natale non si gioca, così come a Pasqua. Non c’è il campionato? Bene, non giocate manco voi. State con le vostre famiglie, date una mano a vostra madre ad apparecchiare la tavola e ascoltate l’ennesima storia sulla guerra di vostro nonno.

Onora il padre e la madre: soprattutto la madre, cari ragazzi! Ma è possibile che gli avversari abbiano sempre delle madri meretrici? E perché paventate sempre di aver avuto rapporti con loro? Che poi vi tirano le testate (vedi sotto).

Non uccidere: voi direte, non è mai morto nessuno al campetto. Vero, ma vogliamo parlare delle entrate assassine da dietro? Vogliamo parlare delle gambe tese sulle ginocchia degli avversari? E le testate? Dal 2006 in poi sono aumentate esponenzialmente le testate alla Zidane oppure le gomitate alla De Rossi. È vero che il calcio non è uno sport per signorine, ma se volete farvi male datevi alla boxe.

Non commettere atti impuri: lo so che portate le ragazze al campetto di notte. Lo so! Non deve succedere mai più. Che poi lasciate in giro tutti quegli orribili palloncini. Che ci fate poi con i palloncini? È sempre il compleanno di qualcuno?  E tu. Sì, tu che mi stai leggendo, che prima di una partita importante ti “rilassi” con l’autoerotismo nello spogliatoio sappi che:

  1. Il Signore ti guarda. Sempre.
  2. È anti igienico: vorresti prenderti un fungo proprio lì?
  3. Non sai che poi rendi poco in campo? Se sei teso recita un rosario!

Non rubare: cari simulatori, per voi è finita. L’occhio di falco del Signore vigila su di voi. Sappiate che simulare, non ammettere di aver fatto fallo di mano in area e non riconoscere che il pallone è entrato in porta sono tutti peccati mortali. Per evitare tentazioni saranno vietate tutte le partite di Juventus e Barcellona. E sì, Iuliano commise fallo su Ronaldo nel 1998, anche la Chiesa lo ha riconosciuto.

Non dire falsa testimonianza: ragazzi, se l’arbitro vi chiede se avete toccato per ultimi una palla che è uscita non mentite. Quando fate un fallaccio da dietro su un giocatore che poi esce dal campo con la gamba rotta non potete alzare le braccia dicendo: “Io non l’ho toccato!”. Lo sapete che padre Alvaro, il nostro salomonico arbitro, non ci vede più da un occhio, non prendetelo in giro!

Non desiderare la donna d’altri: toglietevi dalla testa di fare come Icardi. La donna d’altri si lascia lì, anche se tenta di sedurvi in tutti i modi. Ricordatevi di Eva, va bene che la perdoniamo, però non è che ci possiamo far fregare tutte le volte! La ragazza degli altri non si tocca (neanche in sogno!). Ricordatevi che il Signore sonda i vostri pensieri, scava nel profondo della vostra anima e se peccate è pronto a farvi fare la fine di Wayne Bridge.

Non desiderare la roba d’altri: lo so che appena uno compra le scarpe nuove siete tutti lì a guardarle e sperare che il malcapitato le lasci incustodite per 5 minuti. L’ultima volta Kevin ha lasciato gli scarpini nuovi della Nike negli spogliatoi durante la doccia e appena uscito non c’erano. Come la mettiamo? Non sapete che è un peccato doppio? Inoltre è l’ultima volta che compro i palloni nuovi, ogni sabato ne manca uno, a questo punto portatevelo direttamente da casa, tanto sarà uno di quelli che ho comprato io.

Queste sono le norme che vi espongo e che dovrete rispettare se non volete incorrere nella mia ira e in quella del signore, quello che governa nei cieli ma anche quello che abita di fianco al campetto e che si lamenta sempre per le bestemmie e gli schiamazzi notturni.

Amen.